La testimonianza di Paola Rossi

La forza dei sogni

Anche quest’anno siamo tornati a Loano.

Giunti nella piccola cittadina ligure ti lasci alle spalle la spiaggia, gli ombrelloni, il clima di vacanza e, suoni al grande portone scuro del convento. Entri. Entri e ti senti investita d’una luce fresca, dal profumo delle piante di agrumi che fiancheggiano il cortile del chiostro. Tutto è silenzioso, tutto è ordinato, fresco e vivace. Ti colpiscono, al centro del chiostro, le file ordinate di sedie or più di un verde brillante; schierate, sembrano pronte ad accogliere un pubblico; sono in attesa davanti ad un palco essenziale completato da una coreografia: un grande pannello dipinto con una elementare tecnica grafica ma ricco di significati che si espliciteranno poi, durate le ore che trascorrerai al Campus.

Con gli occhi cerchi qualcuno e da un angolo sbuca William: ti viene incontro con portamento accogliente e hai la sensazione di non essertene mai andata da quel luogo, di averlo lasciato solo qualche ora prima.

Non c’è spazio tra l’incontro e l’immersione in questo mondo e subito, sei dentro al cuore pulsante di questo luogo: i color ragazzi; sono indaffarati, concentrati sui loro impegni; lavorano in gruppo, sparsi per i lunghi corridoi di questo luogo una volta di devozione a Dio ed ora, di devozione alla cultura. La prima nota che avverti è il clima di condivisione tra i ragazzi; alzano lo sguardo dal loro lavoro e ti salutano, tutti salutano; un cordiale sorriso illumina il loro sguardo, riconosci un sorriso che, non nasce da una atteggiamento freddo e convenzionale, ma dalla intelligenza tipica di sta bene con se stesso e gli altri e usa la propria intelligenza; ti senti bene. Ed ecco che ti ritorna alla mente la “buona educazione”; atteggiamento superato ai nostri tempi? Dimenticato in nome di cosa? Pensi. No, non dobbiamo perdere questo grande valore e ti ricordi che nulla vale più di un gesto di saluto, ti ricordi che un saluto rispettoso non toglie nulla ad una persona la arricchisce e la valorizza.

Mentre lavorano, ognuno è concentrato perché hanno ben chiaro il proprio obiettivo: conversano, si scambiano idee, si confrontano e si aiutano a creare a raggiungere il risultato e tutto senza differenze, in armonia tra maschi e femmine, tra ragazzi più grandi e più piccoli , tutti condividono e tutti contribuiscono: sicuri delle loro potenzialità, convinti che il loro contributo è importante e pronti per ascoltare ed accogliere il contributo dell’altro. Ti chiedi: perché c’è questo clima? forse perché nessuno si sente giudicato, tutti si sentono di poter dare con serenità; ma ancora questa giustificazione non è esauriente, non ti è sufficiente a spiegare questa aria di collaborazione che si respira, e poi, continuando ad osservarli, capisci che forse a regolare i rapporti tra loro è la fiducia in se stessi, la loro consapevolezza di poter essere in grado di fare. Eppure quando li ho lasciati alla fine della dell’anno scolastico erano timidi, passivi, bisognosi di stimoli e sollecitazione: cosa è cambiato? Ecco, forse ho la risposta: hanno scoperto che dentro di loro ci sono dello potenzialità che non sapevano di avere e l’ambiente, le persone, il clima li mette nelle condizioni di volersi scoprire, di voler conoscere fino a che punto possono arrivare, si sentono incoraggiati a rischiare di mettersi in gioco: insomma hanno fiducia in se stessi e non è una fiducia che nasce dal di fuori, dagli incoraggiamenti delle persone , dai voti scolastici, dai premi dati in cambio di una prestazione, ma nasce da se stessi e diventa una fonte inesauribile di energia, di volontà, il tutto è accompagnato da un grande sentimento: la curiosità legata alla volontà ad affermarsi attraverso ai loro sogni? È ottimismo: l’ottimismo che carica di energia e determinazione; quella forza che ti permette di porti degli obiettivi per inseguire i propri sogni e, a questo punto la fatica diventa piccolezza rispetto a ciò che vuoi raggiungere.

Una ventata di ottimismo invade anche te che sei adulto e sei lì per caso. Ti rendi conto di quanta energia c’è nella nuove generazione, di quanto, possano dare per realizzare questo nostro Paese e di come spetta a noi adulti creare la situazione per permetta loro di dimostrarlo. Come sia necessaria la simbiosi tra la forza delle nuove generazioni e la saggezza di chi ha imparato ad amare la vita.

E anche noi adulti, quando lasciamo questo luogo, siamo contagiati dallo spirito costruttivo del Color campus: “se puoi sognarlo puoi farlo” e un po’ di orgoglio per essere insegnanti nasce spontaneo e, perché no, meritato.

E poi ti riempie il cuore capire che c’è qualcuno che si dona incondizionatamente a questi giovani: William, con tanta generosità elargisce senza indugi la sua energia, il suo tempo, le sue conoscenze le sue saggezza ed esperienza.

Prof.ssa Rosa Paola Rossi
Color prof. presso Istituto Comprensivo A. Fusinato Schio